Judo: I pionieri del pordenonese alla riscoperta dei suoi valori autentici

19.05.2018 20:05 di Daniela Acciardi   vedi letture
Libertas judo
Libertas judo

Ad 80 anni dalla scomparsa del Maestro Shi Han Prof. Jigoro Kano, una quindicina di insegnanti e tecnici cresciuti in seno al Judo Club Pordenone, prima scuola di judo pordenonese, si sono incontrati per rendere omaggio alla più alta e nobile figura del judo mondiale.

Il gruppo di opinione, istituitosi in maniera informale, comprendeva anche Enea Sellan, presidente onorario dello Skorpion Club Libertas PordenoneLuciano Luchini, fondatore del Judo Azzanese Libertas, e Giancarlo Pizzinato, storico tecnico dello Skorpion.

L’incontro è stato solo il primo di una lunga serie, attraverso cui gli insigni maestri si propongono di riscoprire, consolidare e diffondere i valori non solo sportivi, ma anche etici e morali del judo.

Il judo non è infatti solo agonismo. L’educazione di Jigoro Kano, che riteneva l’istituzione delle gare un semplice “incidente di percorso” da sistemare, si basava su tre pilastri fondamentali. L’educazione della coscienza per il miglioramento della propria cultura; l’educazione alla moralità, ovvero l’assimilazione della propria coscienza morale; e l’educazione fisica, che implica la conoscenza del proprio corpo.

Con l’occasione sono stati premiati il Maestro Roberto Portolan, insegnante e arbitro nazionale, nonché memoria storica del Judo Provinciale; il Maestro Palmiro Gaio, già Insegnante presso le Forze di Polizia, che nella Capitale si è allenato con il Maestro Ken Otani, judoka e scultore di fama Internazionale. Ed è stato ricordato il suo meritato riconoscimento dalla FIJLKAM ad indossare la cintura Bianca Rossa 8° Dan.

È stato premiato anche Ermanno Furia, che da 25 anni dedica ai ragazzi diversamente abili moltissime delle sue energie.

Un altro riconoscimento è stato consegnato al Maestro Armando Gabrielli, judoka della prima ora, allievo diretto del Maestro Argo Levighi già dal 1954, tecnico di blasonati club italiani nonché docente universitario.

Il commiato, che ha seguito una carrellata di ricordi di gioventù condivisi, è avvenuto dunque con l’impegno di rinnovare e ampliare la conoscenza dei principi autentici del judo.