Pordenone Calcio: E' un Arma senza pallottole

24.10.2016 10:37 di Redazione TuttoPordenone   vedi letture
Fonte: Il Gazzettino di Pordenone - Dario Perosa
Pordenone Calcio: E' un Arma senza pallottole

I ripetuti harahiri difensivi hanno parzialmente nascosto un altro problema che Tedino dovrà risolvere alla svelta. Arma non segna più su azione da un mese (24 settembre, 4-2 a Macerata).

Da allora solo un centro su rigore (nel 3-3 con il Santarcangelo del 15 ottobre). Il maghrebino rimane capocannoniere con 8 centri, 2 in più di Minesso (Bassano) e Mancuso (Sambenedettese).

L’Arma non si è inceppata, ma non è più letale. Non per colpa sua. Non è tutta colpa sua.

In verità non è più servito come nelle prime giornate. Non arrivano quei cross dalle fasce che Rachid con i suoi 190 centimetri e la sua abilità a colpire di testa potrebbe capitalizzare al meglio. Al ramarro servono estro e fantasia. Tedino ha assemblato il suo cubo di rubik.

Se tutti i suoi cubetti si muovono con logica sincronia prima o poi vanno tutti a posto a formare sei facce monocolori, ma se solo qualcosa (o qualcuno) non gira bene l’intero sistema salta. L’alternativa per quei giorni in cui i cubetti non si muovono secondo le mosse prestabilite è una sola: fantasia. Servono le giocate dei fuori schema. Servono estro e imprevedibilità. Uomini in grado di risolvere le partite da soli.

Berrettoni, artista privilegiato della collezione Tedino non basta più. Il Pordenone ha bisogno anche di un Cattaneo che sparigli le carte con le sue giocate, i suoi tentativi da eurogol, le sue invenzioni a uso e consumo dei compagni. Tenere un Veleno così potente in panca è autolesionismo.

Mandarlo in campo confinandolo su una fascia è una presa per i fondelli. Nessuno pretende che Tedino vinca il campionato. Mauro Lovisa ha sempre affermato che questo Pordenone può giocare alla pari con tutte le avversarie, ma ha anche sempre parlato di programma triennale per fare il salto di categoria.

Questa è la seconda stagione di Bruno. Annata di consolidamento di quanto fatto nello splendido 15-16. Stagione in cui si possono e si devono trovare soluzioni alternative a quelle ormai già conosciute dagli avversari perché se Tedino e il suo staff studiano gli avversari, anche i colleghi delle altre panche hanno avuto tutto il tempo di studiare il Pordenone. Il pareggino e le tre sconfitte maturate nelle ultime quattro partite paradossalmente costituiscono le premesse adatte per fare esperimenti, per provare qualcosa di nuovo, per una salubre “pazzia” tattica che vada oltre e al di là dei movimenti studiati e preordinati dei soldatini cari al tecnico e, sin quando le cose andavano bene, a tutto il popolo neroverde.

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