Pordenone Calcio: Sliding doors naoniane

21.05.2018 08:53 di  Redazione TuttoPordenone   vedi letture
Fonte: Gazzettino di Pordenone - Dario Perosa
Pordenone Calcio: Sliding doors naoniane

Sliding doors è un film cult del 1998, diretto da Peter Howitt che si ispirò a un’opera di Krzysztof Kieślowski, Destino cieco, del 1981, bloccato per ragioni politiche dalla censura polacca. Entrambi parlano dei casi del destino. In sliding doors Howitt ipotizza due destini diversi della protagonista Helen che sta salendo sulla metropolitana. Nel primo riesce a salire, nel secondo non ce la fa perché le porte scorrevoli della carrozza sulla quale cercava di salire le si chiudono in faccia.

Anche il Pordenone di Lovisa ha avuto le sue sliding doors un anno fa, il 13 giugno 2017, al Franchi di Firenze nella semifinale persa ai rigori (5-6) con il Parma. La fresca promozione in A dei crociati, celebrata proprio come undici mesi fa dalla corsa di capitan Lucarelli sotto la curva gialloblu, riapre vecchie ferite nel cuore dei supporters naoniani. Un rigore non fischiato a favore dei neroverdi al 121 minuto, sul risultato di 1-1, per un fallo di Frattali, portiere avversario, su Martignago lanciato a rete e il rigore sbagliato da De Agostini, seguito da quello realizzato appunto da Lucarelli, hanno verosimilmente cambiato la storia recente del club di Mauro Lovisa.

Certo il Pordenone avrebbe poi dovuto battere (come ha fatto il Parma) anche l’Alessandria. Ma se fosse riuscito sarebbe stato promosso in B, non ci sarebbe stato il divorzio da Tedino, sarebbero stati confermati i top player della cavalcata vincente e la squadra sarebbe stata adeguatamente rinforzata per la cadetteria. Tutte cose che ha fatto il Parma che, con lo stesso mister di giugno 2017 (Roberto D’Aversa), ha riconquistato la serie A appena tre anni dopo il fallimento che costrinse Lucarelli e compagni a ripartire dalla serie D.

E’ vero che il Pordenone non ha la storia, il blasone, la tradizione, la forza economica e il peso politico del Parma, ma nulla vieta al tifoso malato di neroverde di pensare che se Stefani e compagni fossero riusciti a salire sul treno quel fatidico 13 giugno 2017, ora magari starebbero festeggiando la promozione nel massimo campionato di calcio italiano.