L'opinione bianconera di Mattia Tirelli: "Commedia Udinese - una commedia alla "straniera". Adesso ci prova Del Neri"

03.10.2016 19:56 di  Redazione TuttoPordenone   vedi letture
L'opinione bianconera di Mattia Tirelli: "Commedia Udinese - una commedia alla "straniera". Adesso ci prova Del Neri"

Dopo il grande successo de "Lo Zoom di Maurizio Mazzarella" dedicato al Pordenone Calcio, TuttoPordenone.Com lancia, in esclusiva, una nuova rubrica dedicata al mondo Udinese e sarà curata dall'avvocato Mattia Tirelli: "L'opinione Bianconera".

"La sensazione è la seguente. Neanche Josè Mourinho sarebbe capace di risollevare una squadra come l'Udinese Calcio nelle attuali condizioni.

L'uscita di scena del (semi) incolpevole Beppe Iachini lascia quindi questa triste certezza. L'ex Palermo, infatti, ha pagato le tossine mortali degli ultimi tre anni caratterizzati da una mediocrità tecnica al limite dell'oscurantismo calcistico, "programmati" da una società modello (capace di dotarsi di uno stadio invidiato non solo in Italia) trasformatasi in un non-sense del calcio italiano degno della migliore commedia all'italiana (anzi, alla straniera). Lo 0-3 subito sabato sera da un'organizzata Lazio di Inzaghi (Simone, quello buono) ha ribadito, come se ce ne fosse ancora bisogno, il fallimento delle politiche internazionalistiche della Famiglia Pozzo, scelte che hanno via via portato ad una complessa situazione negativa che cerco (sicuramente sbagliando!) qui sotto di riassumere:

a) è evidente che il dispendio di energie profuso per organizzare in questi anni società come Granada e Watford ha compromesso quella cura del dettaglio che faceva dei Pozzo e dell'Udinese un esempio virtuoso da seguire. Questa noncuranza si è riflessa sulle sanguinose scelte di mercato degli ultimi anni: dalla rinuncia tecnica a giocatori come Verre all'ingaggio di personaggi esotici deleteri come Ali Adnan;

b) lo smantellamento dello zoccolo duro italiano, ovvero il cuore dello spogliatoio che l'Udinese ha sempre avuto nonostante gli stranieri (Dai Calori e Rossitto fino ai Pinzi, Domizzi e Di Natale). I giovani hanno sempre rappresentato il vero core business della società, ma il loro valore è sempre dipeso dalla crescita grazie a chi aveva esperienza e carisma, qualità che in questa squadra manca in maniera drammatica.

c) questa politica di scambi trilaterali a livello internazionale ha tradito le ragioni fondative del progetto Udinese, ovverosia la valorizzazione di giovani semi-sconosciuti con tanta voglia di emergere. I giovani infatti si vedono da anni "sballottati" da una all'altra società del gruppo senza un punto di riferimento né tecnico né tantomeno umano, con l'aggravante di essere legati con formule contrattuali totalmente contrarie allo spirito dell'Udinese, come il prestito secco. Viene meno così la fame a questa babele calcistica, una fame che permettere di crescere e che da sempre è patrimonio genetico di tutte le squadre bianconere.

Questi tre fattori, uniti alla cronica assenza di un gioco, mettono sotto i riflettori un'Udinese senz'anima e in declino. Al contrario emerge al di la da laghe una realtà, quella di Pordenone, che, almeno a livello morale, si candida a leader del football regionale, un calcio fatto di organizzazione, cuore e coraggio.

Adesso arriva Luigi Del Neri, friulano e vecchia bandiera bianconera.

Può essere un segnale importante, la gente infatti ha bisogno di un simbolo a cui aggrapparsi dopo lunghi inverni di smarrimento. Peccato che il tecnico di Aquileia è già stato accolto dal cronico pessimismo che ormai ha avvolto l'ambiente bianconero.

"Muoia Sansone con tutti i filistei" sembrano cantare in coro i tifosi friulani quasi ad invocare un futuro tragico ma in fondo salvifico e risolutore, la serie B.

Non sanno quello che dicono! La serie B sarebbe un disastro assoluto, da evitare con tutte le energie possibili riposizionandosi per la terza volta in trincea (dopo Stramaccioni e il tandem Colantuono/De Canio) e resistere, grazie alla spinta della maestosa Curva Nord, fino a maggio 2017.

Del Neri dovrà fare subito delle scelte per fare assoluta chiarezza: la prima si chiama Stipe Perica, il ragazzone croato ha le stigmate del Leader e il tecnico friulano dovrà capirlo al volo. Lui può dare l'esempio agli altri avendo dimostrato (l'unico ahinoi!) in queste prime partite di mettere il cuore in campo. Del Neri sarà chiamato a compiere altri gesti simbolici e non, tra i tanti anche quello di responsabilizzare Simone Scuffet (sacrificando Oreste Karnezis) per dare al popolo friulano il seguente messaggio "Se retrocederemo, lo faremo con i nostri e con onore!"

Alla Prossima

Avv. Mattia Tirelli